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“Hanno aperto un’inchiesta che idealmente dovrebbe aiutare Pietro a trovare la verità, ma stiamo vedendo già quello che sta producendo: niente”, commenta Ambrosini.

In studio, insieme ai due host, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, Francesca Immacolata Chaouqui, ex commissario della COSEA vaticana nominata da Papa Francesco, e Alessandro Ambrosini, reporter che si è occupato del caso.

Durante la puntata si è parlato di un Vaticano durante il caso Orlandi e di una gestione del Vaticano dopo la vicenda. Ma la risposta alla domanda dov’è Emanuela? ancora non c’è. A livello istituzionale, sono tre le parti che la stanno cercando: l’Inchiesta Vaticana aperta da Papa Francesco e coordinata dal procuratore Alessandro Diddi, la Procura di Roma sotto il magistrato Stefano Luciani e la Commissione Parlamentare d’Inchiesta. Ed è proprio rispetto alla Commissione Parlamentare che si è parlato di alcune figure forse ambigue, come quella del giornalista Tommaso Nelli, autore di un libro proprio sul Caso Orlandi e che per questo motivo potrebbe avere un’opinione viziata. O Maurizio Gasparri, inizialmente contrario all’istituzione della Commissione, ma che successivamente è entrato a farne parte per vigilare.

Tra i personaggi chiave analizzati in merito alla gestione delle indagini è emersa quella del Cardinale Re, decano dei cardinali del Vaticano sostituto della Segreteria di Stato all’epoca dei fatti. Sulla presunta connessione del Vaticano con la vicenda, Chaouqui suggerisce che allora l’istituzione era tutelata a ogni costo “a prescindere se l’istituzione commettesse cose buone o cose sbagliate”, e in seguito aggiunge: “Oggi se il Cardinale Re sapesse delle cose e parlasse, sarebbe una cosa assolutamente auspicabile”. Su ulteriori ed eventuali tentativi di manipolare le indagini, Pietro Orlandi Orlandi racconta di quando nel 2012, il comandante della gendarmeria Giani e il suo vice Alessandriniavrebbero chiesto al pm Giancarlo Capaldo, in cambio dei resti di Emanuela, di imbastire “una storia verosimile che tolga qualunque dubbio nei confronti del Vaticano”.

L’approfondimento della pista di Londra ha portato a esaminare il legame con servizi segreti italiani e gruppi di ricatti: si è parlato di Lugaresi, l’allora capo del SISMI, incaricato dal Ministro della Difesa Spadolini – incaricato a sua volta dal Vaticano – di organizzare un volo Roma-Londra per quattro passeggeri, due uomini e due donne. Sulla vicenda, Orlandi aggiunge: “Questo si lega molto a quello che mi aveva detto questo Vittorio Baioni, no? Del volo e delle motivazioni, dell’oggetto del ricatto. Lui mi parlava… parliamoci chiaro, lui mi parlava di festini che c’erano in quel periodo con personaggi della politica e magistratura del Vaticano… e che quello… lì si è creatol’oggetto del ricatto, cioè ricatti le persone per colpire poi determinate persone”. Aggiunge poi in seguito: “Ho la sensazione che la Procura sia interessata a questo fatto perché lui ha parlato per esempio delle famose cene del mercoledì che si facevano in Vaticano, dove andava sempre Spadolini, Scalfaro e altri personaggi. C’era addirittura un reparto del SISMI chiamato reparto feste, perché c’erano situazioni… lui mi ha detto chiaramente ‘quello di cui si è parlato di Berlusconi all’epoca era proprio da novellini’.”.

Il quadro sulla pista di Londra è stato infine arricchito dalle informazioni di Alessandro Ambrosini: “Come si capisce, la pista inglese in realtà è un segmento della storia”. Ambrosini analizza le relazioni tra Neroni, De Pedis, Carminati, Casaroli… ed è sulle accuse di Neroni a Papa Wojtila per aver abusato di Emanuela Orlandi che conclude il suo intervento.

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